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mercoledì 13 gennaio 2010

Berlusconi è poco coraggioso sulla questione fiscale

Non sono un elettore dell'Italia dei Valori ne un affezionato di Di Pietro. Ma ieri sera a Ballarò l'ex pm mi ha fatto riflettere su un concetto che ha espresso. Lasciamo perdere le proposte in merito che ha fatto, voglio parlare del concetto che ha espresso riguardo la riforma fiscale che il governo aveva preso l'impegno di attuare, ma che Silvio Berlusconi ha appena smentito in conferenza stampa. Di Pietro ieri sera a Ballarò ha detto che probabilmente non avrebbe votato la riforma fiscale, ma ha anche sfidato il governo a presentarla questa riforma..e su questa sfida io concordo totalmente. Il governo presenti la riforma, poi l'opposizione faccia quel che vuole. Stamattina Berlusconi ha detto che non vuole fare la riforma fiscale delle due aliquote perchè sarebbe un problema per i conti pubblici. Non nascondo che sono un pò triste per questa sua scelta, triste perchè da un governo di centro destra mi aspetto le riforme, triste perchè con la scusa dei conti pubblici, non si farà questa grande riforma che invece avrebbe rivoluzionato il Paese. Ma soprattutto sono stanco. Cosa volete da me, sono un nostalgico del neoliberismo. Voglio essere onesto, per come vedo io la vita, non è possibile che un Paese dove governa il centro destra abbia la pressione fiscale del 43%. Benissimo, abbiamo avuto la crisi, però signori, sapete bene che è proprio nei momenti di crisi che un governo deve essere lungimirante e fare scelte rivoluzionarie. La questione riguardo la salute dei conti pubblici non mi convince; andatevi a guardare giusto per curiosità, la pressione fiscale dagli anni 80 ad oggi ed il relativo debito pubblico italiano: nel 1980 la pressione fiscale in Italia era pari al 31,36% con un debito pubblico pari al 58-60% del Pil; nel 1994 la pressione fiscale in Italia è pari al 40,77% ma guardate un pò: il debito pubblico sale comunque, pari al 120,9% del Pil. Inutile dire che oggi con una pressione fiscale maggiore del 43%, il debito pubblico italiano continua a crescere oltre il 121% del Pil. Morale della favola, aumentano le tasse e nonostante ciò il debito continua a salire. La riforma delle due aliquote avrebbe provocato un gettito maggiore, soprattutto nel lungo periodo. Il problema è che la questione non deve essere vista solamente dal punto di vista contabile, ovvero alzo le tasse e a parità di spesa il debito si riduce. Falso, non è ragioneria, ma è una questione di economia. Prima di tutto, alzando le tasse, i contribuenti cercano di difendersi chiaramente e di mettere in campo delle strategie legali e non per sfuggire al fisco assassino spesso più per necessità che per cattiveria. In secondo luogo vi ho già "dimostrato" come aumentando la pressione fiscale dagli anni 80 in su, il debito pubblico non è affatto sceso. E' chiaro che lo Stato più entrate ha più tende a spendere e soprattutto tende a spendere più di quello che può spendere in quanto sa che tanto avrà maggiori entrate l'esercizio successivo. E' un fenomeno a catena, più tassi, più spendi, più cresce il debito. La riforma delle due aliquote sarebbe una grande rivoluzione che a lungo termine darebbe un grande aiuto all'economia del nostro Paese, speriamo che il governo cambi idea.

2 commenti:

Angelo D'Amore ha detto...

le ferite del premier sono guarite. il colpo alla testa evidentemente no.
la sua distanza dal paese reale, e' sempre maggiore.

Al servizio della libertà ha detto...

Credo che il problema in questo caso non è nella distanza dal paese reale, ma dal mancato rispetto degli accordi presi. E' da 15 anni ormai, e lo dico con molta calma e trasparenza, che il Premier ha promesso all'Italia una radicale riduzione del fisco ed in generale una rivoluzione liberista. Ora, non voglio convincere gli italiani della bontà di queste riforme perchè ognuno la pensa come vuole, ci mancherebbe, ma il problema è che Berlusconi non sta facendo ciò che aveva promesso di fare. Ieri ha perso una grande occasione, e non comprendo il perchè. Signori, speriamo in tempi migliori.