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sabato 24 ottobre 2009

Quelli che in tempi di crisi abbattono la pressione fiscale


E' una settimana piena di notizie. In primis vorrei tornare un attimo sul tema dell'Irap. Io spero che l'elogio che ho fatto al governo Berlusconi riguardo alla proposta dell'abolizione dell'Imposta Rapina non sia prematuro. Nel senso che spero che venga effettivamente abolita, la mia è una speranza. E' chiaro che nel momento in cui fra quattro anni mi ritrovo ancora fra le scatole questa imposta e l'attuale sistema fiscale, il governo Berlusconi avrà fallito. Questo è fuori discussione. Passiamo alla Merkel, che già dal primo gennaio del 2010 attuerà un taglio delle tasse sulle famiglie e sulle imprese di un importo pari a 24 miliardi di euro. E' un passo importantissimo che conferma il fatto che chi ha coraggio nei momenti di crisi interviene riducendo drasticamente il peso fiscale sui contribuenti. E' un primo passo verso una grande rivoluzione che i cittadini della Germania avranno la fortuna di vivere. Come ricorda Antonio Martino è stato Ronald Reagan colui ch ha fatto la più drastica rivoluzione fiscale degli ultimi tempi. Con due riforme ha abbassato l'aliquota massima, pensate un poco, dal 70% al 28%! E tutti coloro che con molta superficialità erano terrorizzati da una riforma del genere sono stati ridicolizzati. Le obiezioni che se si riducono le tasse si favoriscono i ricchi è da prendere con sorriso: credo che neanche Marx in fondo ci credeva davvero. Tanto vero è stato il fatto che grazie a questa rivoluzione, nel 1990 le entrate fiscali negli Usa erano pari a 1.253 miliardi di dollari contro i 517 del 1980, prima che la rivoluzione di Reagan è iniziata! E si pensi che nel 1980 il 5% più ricco fra i contribuenti pagava il 35% del gettito mentre nel 1990 tale percentuale è salita al 49%! Il modo migliore per far pagare più tasse ai ricchi è quello di ridurle. Tutte queste grandi cose fatte vincendo la guerra fredda con l'Unione Sovietica...ricordiamo la Thatcher, un mito che spero tanto di riuscire ad incontrare, con la grande riduzione dell'aliquota dall'83% al 40% e nel frattempo una crescita enorme dell'Inghilterra, un aumento delle entrate fiscali e un aumento del contributo del 10% dei più ricchi che dal 35% sono passati al 42% nella contribuzione del pagamento delle imposte. E non scordiamo anche l'esempio dei leader progressisti: J.F.Kennedy ha fatto crescere gli Stati Uniti del 5% l'anno, in media, grazie ad all'abbattimento dell'aliquota massima dal 90% al 70%. Anche in questo caso sono cresciute le entrate fiscali per un importo pari al 62%. Ridurre le tasse significa alimentare investimenti e crescita, significa abbattere evasione ed elusione fiscale, significa diffondere equità sociale e aumentare il gettito a disposizione per i governi. E per questo che spero che il governo italiano prenda questa linea e faccia una sana pulizia fiscale a cominciare dall'Irap. Per far ripartire l'economia si abbattano le tasse, una volta per tutte.

giovedì 22 ottobre 2009

L'abolizione dell'Irap è un passo in avanti verso la rivoluzione fiscale

Apprendo con sollievo che il governo Berlusconi finalmente abolirà l'IRAP, ovvero l'Imposta Rapina sulle attività produttive. Altro che sollievo, direi enorme felicità. Sarà difficile per me presentare in maniera oggettiva una imposta vergognosa con la quale lo Stato ha rubato milioni di euro alle imprese, ai collaboratori di tali imprese e ai professionisti. L'Irap è una imposta che viene pagata dalle imprese anche quando hanno il bilancio in perdita se i costi degli interessi passivi e degli stipendi dei collaboratori superano le perdite! E' una imposta che distrugge le imprese che sono in crisi e che assumono: perché l'Irap cresce al crescere del numero delle persone assunte da parte di una impresa! L'Irap è una imposta che protegge le imprese che licenziano! Più lavoratori vengono licenziati meno Irap sarà pagata dall'impresa! E' una imposta che colpisce l'imprenditore a prescindere dalla capacità o meno di generare utile! Come si fa a concepire una imposta che grava sulle imprese che sono in perdita? Come si fa a concepire una imposta che in tempi di crisi raddoppia le perdite di una impresa? Come si fa a concepire una imposta che colpisce le imprese che assumono di più? L'Irap è una imposta contro le imprese, contro i lavoratori, contro i professionisti, contro il profitto, contro l'economia. E' una imposta ideologica, lontana dalla realtà del paese, concepita con odio e disprezzo per il mondo del lavoro. Ci vuole una cattiveria davvero profonda solo per pensare una imposta del genere, ci vuole un odio maligno davvero unico per avere il coraggio di incassare i soldi che derivano da questa imposta, una imposta mafiosa e criminale. Lo Stato per anni è stato criminale, con delinquenza ed arroganza ha preteso i pagamenti di questo vergognoso tributo. In tempi di crisi non c'è soluzione più lungimirante di fare il funerale di questa Imposta Rapina. In tempi di crisi non c'è soluzione più geniale di abbattere le tasse e di abbattere la presenza dello Stato nell'economia. Al diavolo dunque l'Irap, che Dio ti maledica. Abbattere l'Irap deve aprire la strada a fare la grande rivoluzione fiscale, deve aprire la strada a distruggere lo Stato criminale che tassa e spende e spende e tassa. Ora bisogna affamare la bestia, dopo l'Ici e l'Irap ora bisogna abbattere un nuovo nemico che si chiama Irpef. Se e solo se Silvio Berlusconi ridurrà l'Irpef al 33% avrà davvero dimostrato di essere un mito. Avremo la fortuna di vedere in questi quattro anni se dimostrerà di essere un mito o l'ennesimo inganno. Di sicuro, oggi, Silvio Berlusconi ha fatto un grande passo verso la prima strada, quella della grandezza.

giovedì 15 ottobre 2009

In breve sullo scudo fiscale

Ho gia espresso in un precedente post che considero la lotta ai paradisi fiscali una violenza alla libera concorrenza in materia fiscale. Cercherò ora di fare qualche considerazione in merito al provvedimento che il governo Berlusconi ha preso per contrastare i territori a fiscalità privilegiata. In realta in primis è stato il governo Prodi che con la finanziaria 2007 ha intrapreso azioni concrete nel contrasto al fenomeno. In estrema sintesi, con lo scudo fiscale, tutti coloro che al 31 dicembre 2008 possedevano attività o beni all'estero, ovvero in quei territori considerati "paradisi fiscali" dal nostro ordinamento, hanno la possibilità di regolarizzare o rimpatriare tali capitali entro il 15 dicembre 2009, scontandoli con un'aliquota del 5% e usufruendo di una sanatoria per alcuni reati. In sostanza, il fisco non potrà rivalersi in futuro nei confronti dei contribuenti che hanno "scudato" le attività in questione. E' a mio avviso un provvedimento che nel breve termine assume una importanza strategica non di poco conto in quanto consentirà di rimpatriare e regolarizzare circa 100 miliardi di € con un tasso di recupero del fisco circa pari a 5 miliardi di €. Certo, ci sono ulteriori osservazioni non strettamente tecniche che si devono fare, come il fatto che nel momento in cui un soggetto pensa che potranno essere fatti nuovi condoni in futuro, potrebbe decidere di non aderire a quello attuale e di rimandare il tutto al prossimo scudo. Pertanto, per aggirare il fenomeno del contribuente particolarmente in gamba, è chiaro che nei prossimi -eventuali- condoni bisognerà alzare di qualche punto percentuale le aliquote in questione. Assieme a questo provvedimento, vi è in generale una reale intensificazione alla lotta nei confronti dei paradisi fiscali (con determinati articoli ben precisi della legge appena approvata che non starò qui a commentare), che come già espresso, era stata rafforzata dal governo Prodi. Non sono felicissimo di questa accellerazione nella lotta ai paradisi fiscali perchè chiaramente ciò è lontano dalla visione di chi crede nella libera concorrenza in materia fiscale. E' chiaramente inesatto il pensiero di coloro che credono che la criminalità organizzata usa questi paesi per il riciclaggio; non c'è nulla di più falso delle argomentazioni che vengono fatte in proposito, in quanto non esistono allo stato attuale territori che vengono considerati ostili sotto il profilo del riciclaggio: il capitale viene controllato dall'intermediario di riferimento. Diffidate dunque da coloro che con molto populismo dichiarano guerra a questi territori per questa motivazione. Resta il presunto problema dell'evasione fiscale. Ma rimando ad un prossimo post le mie considerazioni in merito, e intanto vi invito a riflettere sulla definizione di evasore. Persone che si fanno beffa dello Stato e di coloro che con onestà e sacrificio pagano le tasse, oppure eroi che in nome della libertà combattono lo Stato padrone che spreca il denaro pubblico e che chiede sempre più e si fa beffa del popolo con false promesse e false esigenze? Come diceva Seneca, spesso la verità sta nel mezzo. Alla prossima.

sabato 3 ottobre 2009

Libertà di stampa in pericolo?

Oggi a Roma ci sono i salvatori della nostra patria che fanno a mio avviso una delle manifestazioni più assurde che si potessero fare. Quella sulla libertà di stampa. Secondo loro è in pericolo. Liberi di farla, libero io di dissentire. Per me è sbagliato dire che in Italia non c'è libertà di stampa. Voi potete accendere la televisione, andare su rete 4 e vedere Emilio Fede, potete accendere la televisione andare su rai 2 e vedere Santoro. Nessuno ve lo impedisce. Potete comprare Il giornale e Libero, oppure potere comprare La Repubblica e l'Unità. Nessuno ve lo impedisce. Potete mandare a quel paese il premier o il leader dell'opposizione, nessuno ve lo impedisce. Anche io sto scrivendo in questo momento, posso scrivere quello che voglio, e nessun membro delle S.S. naziste verrà a casa mia a prendermi,almeno credo!!;-) Ci provo: governo vaffanculo! Se nei prossimi mesi continuerò a scrivere su questo blog la mia tesi dovrebbe essere da voi avallata. Potreste obiettare: ma a te non ti legge nessuno. Ok, ma non mi sembra che La Repubblica, il Manifesto, l'Unità, ect siano tenerissimi con il governo, e fanno benissimo, nessuno ha niente da dire. Però nessuno ha chiuso questi giornali, esistono e mi sembra che La Repubblica sia uno dei più letti in Italia. Voglio dire, non è un pò esagerato dire che in Italia la libertà di stampa è in pericolo?Ricordatevi che nel mondo ci sono veramente paesi in cui non c'è libertà...paesi in cui i giornalisti vengono ammazzati e i blog e i giornali chiusi ed assoggettati al regime...non si può scherzare su queste cose..e soprattutto ci sono molte cose più concrete sulle quali l'opposizione dovrebbe vigilare..dal mio piccolo un invito a tutti a riprendere il cammino verso il concreto e ad abbandonare il populismo che non fa bene a nessuno..poi potreste dire che in Italia c'è qualcosa che non va nell'informazione, e qui sarebbe un altro discorso. Nessuno vi darebbe torto. Ci sono dei problemi e delle anomalie che anche i signori che scendono in piazza oggi, quando hanno governato non hanno corretto. Io per primo non amo leggere quotidiani che sono schierati a destra o a sinistra, un quotidiano dovrebbe informare, non tifare per uno o per l'altro. E infatti il rapporto freedom house per la libertà di stampa ce lo comunica..ma state tranquilli..ci comunica anche che a livello di libertà civili e politiche siamo un paese libero..fate sogni sereni..siamo fortunati ad avere la libertà che abbiamo...pensiamo a quelli che vivono veramente sotto dittature che ancora oggi spediscono i dissidenti nei campi di concentramento...non scherziamo sulla libertà ragazzi...