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sabato 19 dicembre 2009

Come uscire dalla crisi, i grandi dell'economia ed il cuore di Reagan

Per comprendere il post, dovreste farmi la cortesia di guardare il video che ho proposto dopo aver letto il post, altrimenti perdete il fascino della discussione! Direttamente o indirettamente abbiamo sofferto quasi tutti in questi due anni, inutile negarlo. Chi non ha incontrato parenti o amici che sono in difficoltà perchè non trovano lavoro o risparmiatori altrettanto disperati per il crollo dei mercati azionari? Dal crollo dei mercati azionari al fallimento di molte banche importanti dall' aumento delle perdite nei bilanci delle aziende all'aumento della disoccupazione e alla riduzione degli investimenti. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Abbiamo anche osservato aumento del tasso di risparmio. E' da qui che voglio partire senza fare un ragionamento analitico o grafico che può risultare sgradevole ai più, ma cercando con parole semplici di presentare delle visioni alternative di grandi economisti, come Keynes e Friedman, che con differenti ma comunque affascinanti teorie, possono aiutare i governi a formulare delle strategie adatte per far riprendere l'economia. E' bene precisare, come vedremo in seguito, che nessuna teoria ha valenza assoluta; ogni Paese ha una sua storia e un suo sistema economico. Le strategie che analizzeremo hanno sempre valenza relativa. Partiamo dal tasso di risparmio. Dal 2007 ad oggi il tasso di risparmio delle famiglie è aumentato in virtù del sano principio che in tempi di crisi si stringono i denti, si eliminano gli sprechi e si cerca di fare cassa. Chiaramente il risparmio è inversamente proporzionale al consumo. Ergo, se le famiglie in quasi tutto il mondo in questi due anni hanno cercato di risparmiare di più, avranno consumato di meno. Dal lato delle imprese il ragionamento può essere complesso in quanto in un primo periodo abbiamo osservato la riduzione dell'output e un aumento dell'inflazione ed alcuni economisti tempo fa hanno temuto il fenomeno della stagflazione. Il quadro attuale non è chiaro, in quanto abbiamo osservato un periodo successivo di deflazione e ora invece tornano i primi segnali di una timida inflazione. Ma non è sul lato dell'offerta che dobbiamo soffermarci. Partiamo dalla domanda invece. Le banche centrali, in primis la Fed, hanno cercato di stimolare gli investimenti ed i consumi riducendo drasticamente il livello dei tassi d'interesse che negli Usa ricordiamo, sono prossimi allo zero. Qual è il problema di questa strategia? Come diceva Keynes è possibile portare un cammello all'abbeveratoio ma non lo si può costringere a bere. E' possibile che con la presenza dei tassi di interesse a livelli quasi nulli, il beneficio di detenere moneta sarà molto più alto del costo opportunità sugli investimenti alternativi e pertanto la gente potrebbe essere ancora più incentivata a risparmiare. Pertanto la strategia di riduzione dei tassi d'interesse può essere molto pericolosa e controproducente per il sistema economico; in una situazione appena descritta le banche centrali non possono più stimolare la domanda tramite la riduzione dei tassi d'interesse. Questa situazione viene definita come la trappola della liquidità. Keynes suggerisce che in questo caso i governi possono intervenire per far ripartire il sistema economico tramite la politica fiscale che può intervenire anche sul lato dell'offerta, ovvero aumentando la spesa pubblica e riducendo il livello generale delle tasse per far aumentare l'output. Tuttavia, la geniale intuizione di Keynes incontra uno scoglio importante che è quello del debito pubblico; una politica fiscale accomodante può aumentare il debito pubblico degli Stati, e ciò può provocare degli effetti negativi soprattutto nei confronti degli Stati che hanno già un debito pubblico elevato, pensiamo per esempio all'Italia. Inoltre una riduzione delle tasse oggi potrebbe non avere degli effetti sulla domanda in quanto i consumatori potrebbero essere ulteriormente incentivati al risparmio temendo un aumento delle tasse nel futuro. Osservati i limiti della teoria keynesiana, il grande economista premio nobel per l'economia Paul Krugman osserva come la situazione descritta nella trappola della liquidità si verifica nel momento in cui la domanda si attende una crescita negativa dell'economia, ergo i consumatori risparmiano di più per poter consumare maggiormente quando il loro reddito sarà più basso. Allora cosa fare per disincentivare il risparmio? Semplicemente è possibile ridurre il tasso d'interesse reale che può essere ridotto creando delle aspettative positive riguardo il tasso d'inflazione e quindi dei prezzi futuri; una proposta che può essere rivista seppur in toni diversi negli scritti di politica monetaria del grande economista Milton Friedman. Queste dunque le linee guida da tenere per le banche centrali ed i governi nazionali. Ma oltre ad una corretta politica monetaria e fiscale, di cosa hanno bisogno i Paesi Occidentali per uscire fuori da questa crisi? Elencate le soluzioni di politica fiscale e monetaria, un'arma importante per uscire fuori dalla crisi si trova nel cuore delle persone. Avete capito bene, nel cuore. Serve fiducia, serve speranza, servono i valori. Il popolo Occidentale deve tornare a sperare, deve ricordare la sua vera identità. Se noi ci scordiamo ciò che siamo riusciti a raggiungere, non troveremo mai la nostra identità. Senza le persone, senza le azioni dei singoli individui, una corretta politica fiscale e monetaria non serve, è auspicabile ma non sufficiente. Viviamo in una società persa, abbandonata a se stessa, che non ha sentimenti di patriottismo, che non ha più amore verso il prossimo, che non ha più speranza, che non crede più in nulla. Viviamo in una società dove manca il rispetto, verso se stessi e verso gli altri. Dalla crisi attuale, non ci salverà Obama ne soprattutto la sua concezione della società e dell'economia, per quanto possa essere intellettualmente onesta e condivisa da molte persone. Ma noi ci salveremo da soli, quando un bel giorno ci alzeremo dal letto e capiremo il valore di essere uomini e donne libere, quando capiremo che se noi vogliamo, possiamo conquistare il mondo. Nella crisi presente, la soluzione sta solo dentro di noi. Basterebbe che domani noi tutti, quando usciamo di casa ci impegnassimo a credere in noi stessi e nelle nostre forze, basterebbe solo questo. Senza questi valori, senza la forza dell'ottimismo e della capacità di ogni singolo individuo di credere nel sogno di un futuro migliore per tutti, nessun governo potrà mai aiutarci, dobbiamo aiutarci da soli. Solo con la fiducia in noi stessi, e con l'orgoglio di essere uomini liberi, il mercato magicamente interverrà e il sistema economico comincerà a ripartire. Lo Stato non esiste in se, esistono gli individui, esistiamo noi, dobbiamo trovare il coraggio di credere nei valori positivi della nostra società. Crediamoci allora, crediamo in noi stessi. Ciò che può fare un uomo, lo possiamo fare anche noi. Ecco allora, guardando il video, un grande personaggio della nostra storia recente, che ci ha lasciato un messaggio di speranza e di libertà, che può esserci di aiuto durante questi giorni difficili, anzi è proprio adatto alla drammatica situazione che stiamo vivendo. Che Dio benedica sempre la mia Italia, buona visione:

1 commento:

Tullio Pascoli ha detto...

Cari amici,

dopo un discreto numero di ore insonni, credo di aver concluso un nuovo sforzo, completando un lungo elenco di circa 400 autori e di 1000 e tante opere di distinte inclinazioni liberali.

Non so se sul Web esiste già una raccolta più completa, ma sicuramente qui coloro che apprezzano la letteratura del libero pensiero, con un semplice clic del cursore sul nome di ogni autore, potranno conoscere i titoli delle loro principali opere raggruppate nel mio blog:

http://www.dataplug.net/

Al termine di questa fatica ho preparato un nuovo articolo AUTORI LIBERALI E LE LORO OPERE con cui vorrei contrastare un vecchio paradigma secondo il quale gli intellettuali sarebbero quasi tutti di sinistra. Alcuni di grande valore, dopo un iniziale militanza, hanno optato per la Libertà.

Gli autori che io considero più importanti nella colonna, sono identificati in lettere maiuscole.


Se lo apprezzerete e se vi sembrerà opportuno, potrete divulgarlo ed anche suggerire opere e nomi non citati, ve ne sarò riconoscente perché in questo modo, mi aiuterete a contribuire alla conoscenza della cultura della libertà in antagonismo alla ambigua politica egualitaria dell'economia pianificata che ha tanto danneggiato lo spontaneo sviluppo del nostro caro vecchio Paese.

Nel ringraziarvi dell'attenzione, vi ringrazio fin d'ora e vi saluto molto

cordialmente, Tullio