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giovedì 2 luglio 2009

Tributo all'uomo che ha sconfitto il male: Ronald Reagan

"Nella crisi presente, il governo non è la soluzione al nostro problema; il governo è il problema"

Ronald Reagan 20 gennaio 1981




BREVE PRESENTAZIONE

Famiglia di origine straniera, figlio di un venditore ambulante di scarpe, gioca a football per pagarsi gli studi universitari e si laurea a 21 anni in scienze sociali, inizia con successo la carriera di attore di professione e diventa il 33 governatore della California ed il 40 presidente degli Stati Uniti. Sostenitore del Partito Democratico, lo abbandona a favore del Partito Repubblicano in quanto secondo le sue valutazioni, più forte nell'affrontare il blocco comunista dell'Urss. In realtà egli ricorda come fu il Partito Democratico a deluderlo e ad abbandonarlo. Si candida alle elezioni presidenziali come uomo semplice vicino alla gente, lontano dalla politica fredda ed inconcludente. Sconfigge nel 1981 con il 50,7% dei voti il presidente democratico Jimmy Carter e venne rieletto trionfalmente nel 1984 con una straordinaria vittoria, staccando di 20 punti percentuali il democratico Mondale, aggiudicandosi tutti gli Stati in palio tranne il Minnesota e D.C.

LA VITTORIA DELLA POLITICA NEOLIBERISTA

Quando Reagan entrò in carica nel 1981 gli Stati Uniti non se la passavano benissimo: inflazione 11,83% e disoccupazione 7,5%. Con le sue riforme liberiste e la sua politica economica {Reaganomics} ispirate alla Curva di Laffer è riuscito a ridurre del 25% le tasse in 4 anni. La Curva di Laffer si basa sul principio che il gettito provocato da determinate aliquote può essere lo stesso; si pensi al fatto che un'aliquota pari a zero provochi un gettito pari a 0 ed una aliquota pari a 100 provochi altresi un gettito pari a 0. Esisterà dunque un'aliquota che massimizzerà il gettito, e scegliendo aliquote superiori si otterrà un gettito inferiore e l'economia crescerà meno data la maggiore inclinazione del lavoratore a lavorare meno. Pertanto, tale gettito potrà essere ottenuto con una aliquota più bassa che farà ottenere il gettito prefissato e stimolerà il lavoratore a lavorare maggiormente e l'economia crescerà. La diminuzione delle tasse provocò lo stop della crisi economica, e l'economia americana, come hanno dimostrato i vari studi economici, è cresciuta senza interruzione durante i suoi governi dal 1982 al 1990(www.bea.gov/national/xls/gdpchg.xls). Alle politiche di riduzione delle tasse sono seguite forti politiche di liberalizzazioni che hanno provocato una cospicua riduzione della spesa sociale. Come già ricordato, nonostante la crescita del debito pubblico dovuto alle spese militari in chiave antisovietica, la riduzione della pressione fiscale ha provocato una grande crescita della produzione e altresi di conseguenza della stessa occupazione.

LA SCONFITTA DELL'IMPERO DEL MALE

Il presidente Reagan ha applicato politiche molto severe sia nei confronti dell'Unione Sovietica definita da egli stesso l'Impero del Male e credo non sia scorretto dire anche nei confronti degli alleati europei, forse mantenendo in realtà relazioni positive soltanto con la Thatcher. Mentre nel suo primo mandato ha sfidato e ha mantenuto posizioni forti contro l'Impero del Male, nel secondo ha assunto posizioni più moderate aprendosi al dialogo con Gorbaciov. Per la cronaca, nonostante l'esplosione dello scandalo Irangate, Reagan ne è uscito intatto e come noi tutti ricordiamo, dopo il 1989 quando scaduto il suo mandato, l'Unione Sovietica ed il comunismo crollarono miseramente, egli fu acclamato dagli americani e dai Paesi Orientali come un eroe, colui che ha sconfitto il male assoluto.

RIFLESSIONI

Molti storici hanno definito Reagan un conservatore, altri, a mio giudizio correttamente, hanno definito Reagan un conservatore a parole, perché nella politica si è dimostrato molto liberale. Poco importa, sciocchezze. Ho voluto dedicare un piccolo spazio ad una grande persona che io ammiro profondamente e che ha fatto quelle riforme -che tanto vorrei che qualcuno prima o poi facesse anche in Italia- per il bene dell'America e direi per il bene del mondo intero.

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