martedì 30 marzo 2010
La grande vittoria è di Silvio Berlusconi
domenica 21 marzo 2010
Ultima chiamata per Berlusconi: grande mito o grande bugiardo?
sabato 13 marzo 2010
Piazze piene e idee vuote
Piazze piene e idee vuote
La piazza e le grandi manifestazioni popolari appartengono alla democrazia e ne dimostrano la vitalità. Ma siamo davvero sicuri che la elezione di buoni amministratori regionali in un Paese desideroso di essere federale esiga due grandi raduni di massa a una settimana di distanza? Abbiamo creato le Regioni perché volevamo accorciare la distanza fra i cittadini e i loro rappresentanti.
Abbiamo modificato il titolo V della Costituzione perché volevamo che le Regioni avessero maggiori competenze. Abbiamo approvato il principio del federalismo fiscale perché vogliamo che ogni Regione sia responsabile delle proprie spese e gli elettori apprendano a scegliere rappresentanti onesti, capaci, attenti all’uso del pubblico denaro. Se queste riforme hanno un senso, le campagne elettorali dovrebbero concernere i cittadini delle singole regioni e offrire all’intero Paese un quadro aggiornato del modo in cui ciascuna di esse affronta la crisi. Vorremmo sapere, ad esempio, perché le Regioni in cui la spesa sanitaria è minore sono spesso quelle in cui i cittadini sono meglio trattati. Vorremmo conoscere i motivi per cui a spese particolarmente elevate corrisponda una cronica mancanza di servizi essenziali.
Vorremmo ascoltare la voce di candidati che spiegano ai loro elettori quale programma intendano applicare se saranno eletti. Avremo invece una grande manifestazione di centro-sinistra oggi a Roma e una grande manifestazione di centro-destra domenica prossima a Milano. Queste due manifestazioni nazionali hanno già avuto alcuni effetti perniciosi. In primo luogo hanno interamente oscurato il dibattito pre-elettorale sui contenuti delle diverse candidature. Si parla di tutto, fuorché di ciò che le Regioni hanno il diritto e il dovere di fare in materia di salute, sicurezza, occupazione, pubblica istruzione. In secondo luogo hanno rimesso indietro l’orologio della politica italiana. Il centro-sinistra scende in piazza con una formazione simile a quella dell’Unione: un cartello delle contraddizioni in cui chi rispetta e apprezza il ruolo moderatore del presidente della Repubblica sfila insieme a chi ne vorrebbe l’impeachment.
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La sinistra sembra avere dimenticato che questa alleanza di comodo fra partiti profondamente diversi fu il principale motivo della caduta del governo Prodi nel 2008. Un avversario comune non basta a creare un programma comune. Il centro-destra, dal canto suo, soffre di una stessa malattia. Mentre la sinistra si mobilita contro Berlusconi, il leader del Pdl chiama a raccolta il suo popolo contro i comunisti, i magistrati faziosi, gli occulti registi di un complotto anti-governativo. Siamo alle solite. Invece di essere invitati a scegliere fra amministratori e programmi, siamo chiamati a scegliere fra il Bene e il Male, fra la dittatura strisciante della destra e l’incurabile comunismo della sinistra. Viene naturale chiedersi se i partiti si occupino di queste cose perché non sanno occuparsi d’altro. Dicono di parlare a cittadini democratici e consapevoli, ma non chiedono un voto: chiedono un atto di fede. Anche le astensioni, in questo caso, avranno un significato.
giovedì 11 marzo 2010
La dittatura sovietica non passerà mai: dedicato a tutte le vittime dell'Urss e della Cina comunista.
Il quotidiano l'Unità considera Stalin l'uomo che "più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell'umanità". Se lo stesso quotidiano definisce Berlusconi come il "dittatore a vita" (http://www.ilgiornale.it/interni/lunita_riscopre_diavolo_berlusconi/07-04-2008/articolo-id=252915-page=0-comments=6), noi siamo fieri e orgogliosi di sostenere al 100% "il dittatore a vita". In questi tristi giorni per la democrazia, a differenza de l'Unità noi consideriamo Stalin un dittatore assassino e vogliamo dedicare questo post in onore a tutte le vittime di Stalin e della ideologia comunista in Urss, nella Cina. Dedicato in generale, a tutte le vittime della folle ideologia comunista.
Stime complessive
Il libro nero del comunismo: 20 milioni
Lenin: (1917-1922)
stime più basse: 30.000-50.000 giustiziati per controrivoluzione
Robert Conquest: 200.000 esecuzioni
stime più alte: 1.860.000 esecuzioni di cui 28 di vescovi, 1.200 di preti, 6.000 di professori e insegnanti, 8.000 di dottori, 54.000 di ufficiali, 260.000 di soldati, 103.000 di ufficiali di polizia, 48.000 di poliziotti, 12.800 di lavoratori civili, 350.000 di altri intellettuali, 192.000 di operai e 815.000 di contadini (riconosciute come stime esagerate)
Guinness World Record 2005: 939.755 soldati e oltre 8 milioni di civili per la guerra civile (segnalata come la guerra civile con più morti)
Alan Bullock: 13 milioni morti per la guerra civile e per la conseguente carestia
Stalin (1924-1953)
Deportazione dei kulaki: almeno 650.000 (260.000 morti tra il 1929 e il 1932, 390.000 tra il 1932 e il 1940). Bernard Bruneteau (Il secolo dei genocidi): 600.000
Altre deportazioni: da 232.000 a 4 milioni
Carestia: da 2 a 10 milioni - vedi Holodomor ("infliggere la morte attraverso la fame")
Morti nei gulag: da 1,6 a 39 milioni (alcuni[senza portano i morti a 70 milioni, ma tale cifra è stata smentita); Robert Conquest: 7 milioni; Anne Applebaum: oltre 2,7 milioni
Esecuzioni: da 786.098 (cifra degli archivi sovietici [3]) a 8 milioni
Stime totali (approssimative): da 8 a 60 milioni di morti
(1861-1908): Cixi
12 milioni di morti nella repressione delle rivolte
(1926 - 1949): Chiang Kai-shek
Rummel: 10.214.000 per democidio.
Stime dell'attuale governo cinese: 3 milioni di esecuzioni
(1949 - 1976): Mao Zedong
Daniel Southerland: da 40 a 80 milioni
Jung Chang e Jon Halliday: 70 milioni (3 per la riforma agraria, 38 per il Grande balzo in avanti, 27 per i laogai, 3 per la Rivoluzione Culturale)
Libro nero del comunismo: 65 milioni
Chen Yizi: da 43 a 46 milioni per il Grande balzo in avanti
Rummel: 35 milioni (di cui circa 7,5 per il Grande balzo in avanti e 7,7 per la Rivoluzione culturale) [7]
Judith Banister: 30 milioni per il Grande balzo in avanti
John King Fairbank: da 20 a 30 milioni per il Grande balzo in avanti
Marie-Claire Bergère: 13 milioni da fonti cinesi e 16 - 28 milioni da fonti occidentali, per il Grande balzo in avanti
Daniel Chirot:: da 830.000 a 3 milioni per riforme terriere; da 20 a 40 milioni per il Grande balzo in avanti, da 1 a 20 milioni per la Rivoluzione Culturale.
Wang Weizhi: 19,5 milioni per il Grande balzo in avanti
Stime degli oppositori: da 70 a 161 milioni di morti di cui da 30 a 50 per il Grande balzo in avanti, da 15 a 30 per uccisioni e esecuzioni, da 20 a 53 nei laogai e da 5 a 20 nella Rivoluzione Culturale (Taiwan ha riferito di 37 milioni di giustiziati e 18,1 milioni morti nella Rivoluzione Culturale).
NEVER FORGET !
mercoledì 10 marzo 2010
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lunedì 8 marzo 2010
Quando la Thatcher scese in campo per Berlusconi
In più di 40 anni di vita politica non ho mai assistito ad una campagna da parte dei mass media su scala europea così feroce come quella che è stata recentemente scatenata contro Silvio Berlusconi. E poiché questo tentativo di linciaggio della personalità è stato avviato, se non necessariamente concepito, in Gran Bretagna, pare opportuno che nella veste di ex primo ministro britannico esprima alcune considerazioni. Il 13 maggio non sono in gioco solo gli interessi dell' Italia perché il responso delle urne avrà una grande importanza sul piano internazionale. I vari giornalisti francesi, tedeschi, spagnoli e anche inglesi farebbero meglio a considerare le manchevolezze dei loro stessi Paesi. Ritengo che un uomo, anche un imprenditore di successo, sia innocente finchè non ne viene provata la colpevolezza. Il fatto è che, avendo perso la guerra fredda, i compagni italiani, così come in gran parte dell' Europa, si sono dovuti reinventare. Così gli apologeti dei regimi comunisti, che hanno imprigionato, impoverito e addirittura sterminato milioni di persone, ora sostengono di avere le mani pulite. E quelli della destra, che hanno sempre difeso la libertà quando era minacciata, improvvisamente costituiscono una minaccia per la libertà stessa. Ho la chiara impressione, come l' hanno i suoi avversari, che gli obiettivi che si prefigge Berlusconi sono molto simili a quelli che perseguiva in Inghilterra il governo da me guidato: anche lui è deciso a snellire la burocrazia e a rendere più efficiente l' amministrazione, a ridurre e semplificare il fisco al fine di incrementare gli incentivi. Se credessi che alle elezioni di domenica 13 maggio fossero in gioco solo gli interessi dell' Italia non sono sicura che sarei intervenuta. Ma il responso delle urne italiane avrà una grande importanza sul piano internazionale per due importanti ragioni. Prima di tutto perché un governo italiano che capisca veramente l' importanza della libera impresa sarebbe estremamente utile per l' intera Unione Europea. In secondo luogo, perché la campagna di stampa ordita contro Silvio Berlusconi e Forza Italia fa parte di una più grande strategia contro la democrazia nazionale stessa e deve essere sconfitta: non si tratta del primo tentativo su scala europea di forzare la mano agli elettorati nazionali, potrà però risultare l' ultimo se l' Italia rifiuterà di piegarvisi. Finora il buon Dio ha concesso all'Italia tutto quanto si possa desiderare, eccezion fatta per i concreti benefici che derivano da un buon governo. Silvio Berlusconi e i suoi colleghi sono decisi a porvi rimedio, se il popolo italiano darà loro l'opportunità di farlo.
Margaret Thatcher 10 maggio 2001
http://www.repubblica.it/online/politica/campagnastampadue/giovedi/giovedi.html
http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/11/Thatcher_stampa_schierata_feroce_co_0_0105116893.shtml
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ELEZIONI POLITICHE UNITED KINGDOM 1979 PARLIAMENTARY SEATS
Conservative (Thatcher): 53,39%
Labour (Callaghan): 42,36%
ELEZIONI POLITICHE UNITED KINGDOM 1983 PARLIAMENTARY SEATS
Conservative (Thatcher): 61,08%
Labour (Foot): 32,15%
ELEZIONI POLITICHE UNITED KINGDOM 1987 PARLIAMENTARY SEATS
Conservative (Thatcher): 57,85%
Labour (Kinnock): 35,32%